Nonostante il proliferare di evidenze legate alle neuroscienze del dolore, sono ancora pochi i professionisti dell'ambito muscolo-scheletrico che tengono sufficientemente in considerazione la variabile "SENSIBILITA' AL DOLORE" in fase di valutazione.
Un'interessante "MASTERCLASS" di un gruppo di noti studiosi australiani ha ben delineato questo aspetto, sottolineando alcuni possibili vantaggi che deriverebbero da una valutazione orientata (anche) alla sensibilità: -Ipotizzare una probabile RISPOSTA ALLE CURE (sembrerebbe che la sensibilità al dolore può essere determinante nella risposta ad un trattamento) -Aiutare i pazienti con aumentata sensibilità a meglio COMPRENDERE la loro condizione (se identificata, è possibile spiegarla ed eventualmente trattarla) -Fornire una PROGNOSI funzionale più accurata (come andranno le cose, e in quali tempi) -Identificare in ambito clinico "SOTTO-GRUPPI" di pazienti legati a questa condizione, salvo poi riportare il processo di cura ad un piano individuale (ciascun paziente è comunque unico e la sua condizione non può essere generalizzata).
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Fulvio dal farraFisioterapista Archives
Novembre 2020
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